Il più coraggioso del gruppo si chiamava stefano, era figlio di un ingegnere ricco e potente, ed anche ben visto dalla società. Il ragazzo era ben stimato dal paese in cui viveva, ed aveva molti amici perché era buono ed intelligente, e per le ragazze era pure carino, ma era solo un toy boy, nessuna si innamorava veramente di lui, lo volevano solo per fare sesso sfrenato, e lui era sempre ben contento.
Quella stessa notte, che lui desiderava ardentemente affrontare il bosco da solo, mentre gli amici non volevano perché erano dei piscialetto ed erano troppo vigliacchi per dire a Stefano, vieni fuori o qualcosa del genere.
Stefano aveva sempre con se una tracolla di jeans fatta artigianalmente da un suo amico mistico, e in quella tracolla portava di tutto, pure una torcia a led, solo che quella stessa notte incontrò un bakeneko, una sorta di gatto antropomorfo della mitologia medioevale giapponese.
Siccome il ragazzo leggeva molti manga e guardava molti film di animazione del genere manga ed anime, che dovevano essere sempre giapponesi e lui aveva imparato a parlare benissimo il giapponese, mentre sua madre, che era una professoressa di lingue, gli ha insegnato a parlare inglese, francese, tedesco e cecoslovacco.
Ecco che prendendo la sua torcia a led, intravide questo mostro
Allora esclamò con felicità estrema "ma allora esiste!"
Gli girò attorno per vedere se era uno scherzo, si tolse la maglietta perché sentiva molto caldo, allora, il bakeneko, che era ghiotto di giovani fanciulli e fanciulle, si avvicinò con la bava alla bocca, il ragazzo tentò di accarezzarlo, ma il mostro indietreggiò e si alzò in posizione eretta.
Stefano si stupì della sua muscolatura, la creatura ringhiò come un leone, ma lui non si spaventava affatto, era troppo emozionato da quella figura mitologica e di sapere che esiste realmente, prese il suo I-Phon e cercò di fotografarlo con immagini 3D, facendosi pure un bel selfing, ma il micione gli buttò a terra il telefonino, ed il ragazzo si arrabbiò come una brutta bestia ed iniziò a colpire il mostro con calci e pugni in pieno petto STUUUUUUUUUUUUUP STUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUP
il gattone ringhiò più forte, prù per la rabbia che per il dolore.
Il giovane miliardario lo colpì più sotto del torace, in quella serie di addominali da sei, TUHDD TUHDD TUHDD TUHDD TUHDD MIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAOOOOOOOO!
il gattone si infuriò e gli sventò un cazzotto all'addome di Stefano THUDD il ragazzo si piegò in due dal dolore e vi rimase per pochi secondi, appena si rialzò, il gatto antropomorfo gli tirò un gancio allo stomaco del giovane aitante TUHDDD aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaoooooooooooooooooo!
tossì dal dolore ricevuto, ma si rialzò di nuovo in piedi e dato che i suoi pugni non lo scalfivano neanche, prese un ramo da terra e lo usò come mazza, il felino spezzò con una zampata il bastone che Stefano stava usando come mazza, e gli sganciò un altro pugno che entrò nei suoi addominali freschi di un giovane adolescente THUDDDD e poi altri THUDD TUHDD TUHDD TUHDD all'infinito, Stefano tentò di chiamare i carabinieri, la finanza, la polizia, i vigili urbani, ma credette che nessuno poteva credergli, allora cercò di abbattere il bestione da solo, egli era intelligente, ma pure il mostro era molto intelligente ed astuto, era una vera macchina da guerra, ma pure Stefano non era da meno, era tosto Stefano, e pure di buona famiglia, nessuno avrebbe mai fatto del male al fanciullo, non valeva la pena, non era uno di quei giovani viziati e bulli, era ben educato e colto, e come tutte le persone che non hanno problemi, succede sempre che i problemi arrivano tutt'insieme, come in quel momento. Cosa avrebbe raccontato ai carabinieri? Ed ai vigili urbani? Ed alla guardia forestale? Nessuno gli avrebbe creduto, nemmeno i suoi genitori, nemmeno i suoi parenti e neppure i suoi amici, solo l'artigiano di tracolle del suo paese ci avrebbe creduto, ma era fuori città quella notte d'estate.
Stefano non sapeva a chi chiedere aiuto, cercò per l'ennesima volta di difendersi inutilmente, volle dargli un pugno su quel muso felino della fiera antropomorfa di origine giapponese, ma il bakeneko gli afferrò con i suoi artigli il polso e gli diede una scaricata di pugni nei fianchi e nella zona ombelicale, tanto forti da farlo vomitare e farlo tossire e sputare saliva, Stefano sperava che fosse un brutto sogno, ma non era così, il bakeneko è reale come il big foot, lo iety e Nessy.
quella notte stava facendo un'esperienza unica in qualsiasi genere, che poteva scriverlo solo nel suo diario segreto, ma non volle, voleva fare delle foto e farsi dei selfing con il fiero bestione.
Stefano era dolorante e pieno di lividi, non si può sfuggire alla potenza di madre natura, neppure se ti scatena una o più belve contro. L'essere umano, se non fosse per le armi sarebbe la creatura più indifesa.



Wow coraggioso ma e ancora vivo ?
RispondiEliminaMa... Nom continua?? Lo interrompi così??
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